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 Canyoning

Praticamente non lo avevo mai praticato se non una volta in Francia assistito e portato da una guida alpina che aveva già attrezzato il percorso con tanto di tirolesi. Beh quello che ho provato qui non ha niente a che vedere per l'impegno, l'organizzazione ma anche la soddisfazione.

Innanzitutto occorre preparare bene l'escursione, controllare che l'accesso alla cascata non passi attraverso zone private o di proprietà delle tribù, che la lunghezza dei salti delle cascate non superi la lunghezza della corda e che il ritorno sia agevole. Alcune delle cascate che abbiamo visitato erano consigliate nel libro di J.F. Clair, Nouvelle Calédonie Sauvage, Savannah Editions ed in alcuni punti erano attrezzate a spit.

Durante la discesa occorre cercare bene i punti di calata che nella maggior parte delle volte si svolgono su alberi, visto che sono in mezzo alla foresta. Purtroppo abbiamo dovuto arrangiarci con il materiale di alpinismo ma con corde statiche sarebbe stato sicuramente più facile. Discensori abbiamo utilizzato gli 8 e come vestiario un residuato di muta soprattutto come protezione per le ginocchia, una maglietta, scarpe da ginnastica e zaino (non dimenticate gli indumenti asciutti per il ritorno dentro sacchi ermetici o più sacchi di plastica)

Cascata della Thy (Koghys)

 

Cascata abbastanza facile ma non attrezzata. Non facile l'orientamento nella foresta.

Da Nouméa prendere per il Mont Dore fino a Boulari. Quando a sinistra notate la missione di St. Louis, prendete la strada sterrata (preferibile 4x4) che segue il torrente della Thy che seguirete per circa 5 km fino a che la strada diventa impraticabile. La zona è poco frequentata dai turisti poiché è tristemente famosa per alcuni scontri avvenuti tra la tribù locale e l'esercito. Noi abbiamo trovato solamente persone sorridenti e gentili, forse un po' sorprese di vederci lì.

Si continua fino a quando la strada si biforca e si prende a destra per sentiero (macete utile) Attraversare il fiume in corrispondenza di alcuni sassi dipinti di bianco. Salire sul fianco sx orografico del fiume passando alcuni canneti ed uscendo tra alberi di niaouli. Continuare per tale sentiero fino al colle. Scendere a questo punto fuori sentiero nella sterpaglia fino alla cascata.

Scendere la prima cascata dall'albero biforcuto sulla destra per parete scivolosa. La seconda piccola cascata si scende dall'albero sulla sinistra un po' staccato con possibilità di scendere fuori cascata. La terza piccola cascata è evitabile sulla sinistra, la quarta si scende da un albero a destra per finire in una vasca stretta e profonda da nuotare fino alla fine. Molte ragnatele e ragni a filo d'acqua. Risalire il pendio in mezzo alle felci per riconquistare il sentiero di andata.

In alto Caldo mentre prepara la prima corda doppia. A destra Caldo, Guillaume e Aurélie impegnati nella discesa della prima cascata. Noi l'abbiamo fatta a fine ottobre, temperatura e quantità di acqua perfette.

In alto la discesa delle 2 piccole cascate intermedie. Sotto Caldo e Aurélie sulla quarta e ultima cascata

 Cascata di Meina Wawia (Yaté)

 

Cascata riportata nel libro citato, attrezzata a spit ma con istruzioni di accesso errate.

Da Nouméa prendere la strada per Yaté e parcheggiare l'auto alla diga. Qui scendere nel letto del fiume e risalire l'altra riva (sx). Percorrere un sentiero verso E fino ad un belvedere in prossimità di una curva a uncino, continuare per 100 m ancora e quindi girare a destra. Continuare fino a vedere delle vestigia e delle vecchie rotaie di miniera. Scendere fuori sentiero fino ad incontrare il sentiero da seguire verso sx (direz. E). Probabilmente la vecchia traccia è franata. Proseguire dentro la foresta su sentiero per 1 ora. Si arriva direttamente in cima alla cascata.

La prima cascata si scende sulla destra su soste attrezzate. Magnifica in mezzo ad una nuvola di vapore d'acqua (30m). Quasi direttamente si parte per la seconda cascata su una placca appoggiata fino ad un surplomb. Si passa a piedi sotto la cascata. Scendere la terza cascata sul lato sinistro. Attenzione una volta arrivati nella vasca di arrivo poichè l'uscita dell'acqua è sotto le rocce quindi l'acqua tenderà a trascinare voi e la corda sul fondo della vasca. Liberatevi velocemente. E' comunque possibile scendere fuori dalla cascata. La quarta cascata si effettua sulla sinistra attraversando la cascata verso destra.

Scesi sul letto del fiume Yaté abbaimo preferito risalire la sponda di sinistra piuttosto che rimontare il letto del fiume. Attenzione alle formiche elettriche.

Aurélie, Caldo, René e Frank, i partecipanti a questa bella discesa. In alto la prima cascata si svolge quasi interamente al di fuori dell'acqua. Qui sopra la terza cascata che termina in un pericoloso sifone

Petites cascades de Dogny

 

Piacevoli cascate facili con avvicinamento non complicato. Necessario 4x4. Ci siamo andati assieme a Luc Faucompré, uno dei maggiori esperti dell'isola di esplorazioni e subacquea che ha approfittato delle nostre conoscenze alpinistiche per affrontare la Grande cascade de Dogny. Questa era solo un riscaldamento per conoscerci.
Da Nouméa arrivare a La Foa, prendere a destra la strada sterrata che poi costeggia il fiume. Quando la strada supera un colle lasciare l'auto e prendere a sx un sentiero che costeggia il fiume. Le cascate sono visibili, sono 3 salti con soste in posto.

La prima cascata si scende sulla sinistra su spit e si finisce in un bel lago. Quindi 2 possibilità: o scendere a destra su spit fuori dal flusso della cascata o stare a sinistra ancora e scendere su un albero sotto il getto dell'acqua. Si finisce in un piccolo lago suggestivo serpeggiante tra le rocce. Infine il terzo salto si scende sulla destra ed è un po' storto. L'arrivo è anche qui in un bel lago limpido.

Grande cascade de Dogny

 

E' stato il nostro capolavoro. La cascata è alta 130 metri secondo le nostre rilevazioni altimetriche. Sappiamo che nel passato era passato di qui il Raid Gaouloise ma non avevamo notizie precise. Abbiamo quindi portato tutto, 2 corde (purtroppo dinamiche) da 100 metri l'una, chiodi, martello, cordini, jumar, GPS, oltre il normale equipaggiamento.

Da Sarramea abbiamo seguito il sentiero per il Plateau di Dogny. Dop 1h45 arriviamo sul Plateau da cui si ha una vista su tutta la piana e la laguna. Attraverso la foresta arriviamo alla cascata. Il panorama è impressionante, un solo salto da 130 metri ci separa dal fondo. In mezzo ai due rami della cascata c'è un masso attorno al quale facciamo passare un bel cordone. Ci caliamo per 35 metri, fin quando vediamo un po' di spit sparsi, il Raid deve essere passato di qui. Ne colleghiamo due sani e lanciamo le nostre corde da 100 metri. Secondo i nostri calcoli ce la dovremmo fare ma il vapore di acqua che solleva la cascata ci impedisce di vedere il fondo e verificare che le corde arrivino a terra. Scendo, le corde sono state aggrovigliate dall'acqua, l'acqua scorre veramente abbondante e io sono un puntino in questo fragore di acqua. Passo due strapiombi, l'ultimo ti lancia in 20 metri di vuoto assoluto, vedo la fine della corda su un masso in fondo, è fatta per pochi metri. L'allungamento della corda è bestiale si ondeggia per 3-4 metri a balzo, sembra di essere sulla luna. Il fondo è un lago pieno di vegetazione dappertutto. Vedo una farfalla bianca immobile sotto l'acqua, come è possibile ?

Arrivano giù tutti quanti. Il ritorno è un bel casino, si scende verso sinistra tra arbusti e frane per seguire il letto del fiume per 3 ore. Si arriva alla Piccola cascata di Dogny, siamo a casa.

Caldo, Aurélie, Clement, Guillaume e Luc a mollo in una pozza un po' gelida dopo la discesa.
Sotto il panorama dalla sommità della cascata domina tutta la foresta. Clement sulla prima doppia.
Sotto ancora la discesa da 100 metri lungo il grande salto.

Escursionismo

Mont Panié
da Ona Pondimié, EE, disl. 1800 m

 

Cominciamo con il monte più alto della Nuova Caledonia (1629 m) .... impossibile che non ci salissi.
Solo 1600 m  di dislivello ma ci vogliono almeno 2 giorni per arrivare in cima. Il sentiero si snoda sui fianchi ripidi della montagna in una foresta densissima in cui sono state scoperte diverse piante endemiche (le ultime nel 1993). Qui esiste il microclima più umido dell'isola, fango, nebbia e piogge sono la routine per 2 giorni. Dall'alto si può con bel tempo vedere contemporaneamente le due coste. Consiglio vivamente la tenda se non volete dormire in uno schifosissimo e umido rifugio poco sotto la vetta. Portatevi acqua perché nonostante tutta l'acqua che scende non c'è un torrente bevibile fino al rifugio.

Siamo partiti alle 9.00 da Oua Pandieme, dopo Hienghène. Il sentiero parte dopo il cartello di entrata del parco (occorre avere il permesso della DDRP faxando la richiesta al 42.72.52). Il sentiero sale per felci e Niaoli, una specie di eucalipto locale. Dopo mezz'ora si entra nella foresta e si segue sempre la cresta su terreno sai scendi nella foresta densa. Ogni tanto quando si apre un po' la foresta, la vista sulla laguna è fantastica. Il percorso si inerpica bene, ogni tanto occorre aggrapparsi alle radici degli alberi per salire. A 1300 m si raggiunge il rifugio, dopo 6h30 siamo in cima che è avvolta dalla nebbia. Non ci allontaniamo tanto per non perdere il sentiero per la discesa. Piantiamo le tende. La mattina riusciamo a scorgere le 2 coste ma poi comincia a piovere a dirotto. Ci facciamo tutta la discesa sotto l'acqua e il fango. Guillaume scivola e si distorce una caviglia. Per fortuna riusciamo ad arrivare alla strada.

Sopra la squadra di spedizione Caldo, Aurélie, Delphine, Celine e Guillaume. La foresta densa e umida lascia di tanto in tanto intravedere scorci sulla laguna paradisiaca. A sinistra il rifugio posto a 1300 m

 

Mont Mou
da Col de la Pirogue, E, disl. 1100 m

 

Escursione facile su sentiero tuttavia molto scivoloso. In prossimità della cima possibile visita ad un relitto di un bombardiere della II guerra mondiale.
Dalla strada che porta al Col de la Pirogue prender a destra per il sanatorio di Paita. Il sentiero parte a 2,4 km dopo il bivio prima del ponte. Sulla strada si attraversa una zona piena di banani, aranci, pompelmi e lichi. Salire per sentiero ripido e fangoso. Arrivato in cresta si esce dalla foresta su sentiero tra cespugli spinosi e quindi in una foret a mousse molto umida. La cima non vale niente poiché è coperta di alberi quindi non si vede niente. Scendere per sentiero ripido sull'altro versante (NE) fino a scorgere i relitti del bombardiere.

Mont Dore
da Col de Plum, E, disl. 700 m

 

E' una classica per chi abita a Nouméa assieme al Pic Malawi. Da qui c'è una vista spettacolare su Nouméa. E' quasi tutta su strada sterrata, facile orientamento.

Transcaledonienne

 

Tra i numerosi raid che è possibile fare in Nuova Caledonia, la Transcal è senza dubbio quello più bello. Ho partecipato per 2 anni di seguito, nel 2003 e nel 2004. Il percorso viene rinnovato ogni anno e si svolge per buona parte in zone non accessibili o perché di proprietà dei coloni o perchè territori appartenenti alle tribù. Per l'occasione tutti gli abitanti sono felici di far passare centinaia di persone sulla loro terra.
Alla gara possono partecipare equipaggi da 3 persone con almeno 1 donna. Normalmente si svolge in luglio e partecipano equipes provenienti da tutto il mondo ma soprattutto francesi, australiani e neozelandesi.
La gara si svolge su 2 giorni e vengono forniti beveraggi e cibo sul percorso nonchè una sessione di massaggi alla fine della gara. Il terreno viene aperto con la gara quindi non c'è sentiero ma si forma con la gara. Si corre nella foresta vergine, nei prati, si guadano spesso i fiumi, insomma un vero raid.
Io ho partecipato sempre con i miei amici Guillaume e Delphine (Les tros trolls). Nel 2003 il percorso era di 2200 m di dislivello positivo e siamo arrivati 26/150 equipaggi, mentre nel 2004 il percorso era di 3900 m di dislivello positivo e siamo arrivati 19/145 equipaggi.