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 Isola dei Pini (Kunie)

Si trova all'estremo sud della Nuova Caledonia, al di fuori della laguna. Il nome lo deve a James Cook per il fatto di avere lungo le sue coste magnifici e colossali pini colonnari. I colori del mare sono indescrivibili, guardatevi le foto e basta. Certi week end forse un po' troppo turistica ma senz'altro ne vale la pena. Le spiagge più belle sono quelle di Baia d'Oro con le piscine naturali e la Baia Kunamera. Vi consiglio anche un giro in piroga alla Baia d'Upi. Non è difficile incontrare delfini e mante che nuotano tranquille di fianco alla vostra barca.

La Baie d'Upi. Una piacevole attraversata nell'acqua più turchese che vi potete immaginare fino alle Piscine della Baie d'Oro, altro paradiso.

Le piscine alla Baie d'Oro, una vera e propria piscina naturale di acqua di mare. Unico neo la gente e la vicinanza con il villaggio di Le Merdien. Di sicuro un posto da vedere, forse poco selvaggio.

 

 Isole della Lealtà (Iles Louyauté)

 Lifou, Ouvea, Maré

Lifou
E' la più grande delle isole della Lealtà. Dista meno di un'oretta di aereo da Nouméa ed è uno dei posti più belli per le immersioni. L'isola è molto meno turistica dell'isola dei Pini, più genuina. Qui la vita in tribù si sente molto e la gente è molto conviviale. La sera si riuniscono a cantare e a bere il Kava, una droga amarissima importata dalle Vanuatu che, infusa, ha un effetto rilassante.
Per il mare non c'è che l'imbarazzo della scelta: i posti che vi consiglio soprattutto sono la baia di Jokin, all'estremo nord, circondata da falesie a picco sul mare, è un posto ideale per fare snorkeling. L'altro è tutto il tratto di spiaggia tra Jozip e Luengoni, spiaggia bianchissima, palme, fantastico per rilassarsi, meno per fare immersioni o snorkeling; la sabbia troppo fine intorbidisce in effetti un po' l'acqua. E' però un posto dove è possibile vedere molte tartarughe (Loggerhead turtle)

In alto le spiagge di Peng, forse le più belle dell'isola. Qui sotto la lunga spiaggia di Luengoni (5 km) fantastici i colori turchesi anche se l'acqua è un po' torbida per fare snorkeling. A destra Aurélie a bagno nell'acqua calda e trasparente di Peng. Al largo ottimi spot per diving.

 

L'isola ve la girate in 2-3 giorni in auto (la noleggiate all'aereoporto o a We, il capoluogo dell'isola). Nell'entroterra sono sempre interessanti tutta una serie di falesie e formazioni rocciose vulcaniche, spesso private, e che talvolta formano delle grotte che un tempo venivano usate come tombe. Andate a vedere ad esempio la Grotte du Diable, chiedete del proprietario a Tingetin, un tipo simpatico. Per le immersioni è meglio la parte nord ovest. Easo è un buon posto.
Consiglio di dormire nei gîtes delle tribù, ce ne sono moltissimi. Per chi vuole fare immersioni non è male Chez Benoit Bonua (tel 459008) a Easo appunto, altrimenti a Luengoni da Neibash un po' meno caratteristico.

Qui sopra Patricia alla mattina mentre fa l'inseminazione della vaniglia, una a una a mano. A destra il cartello di arrivederci del gite Neibash proprio davanti al cimitero

 

Ouvea

La pubblicità dice "l'île la plus proche du paradis", l'isola più vicina al paradiso. In effetti é come mi sono sempre immaginato fin da piccolo le isole del Pacifico: un grande atollo paradisiaco che circonda acque turchesi in mezzo all'oceano.

L'isola di Ouvéa é la metà orientale di questo atollo, l'altra metà é costituita da tante piccole isolette disabitate chiamate Pleiadi e che insieme a Ouvéa formano una laguna dal colore turchese di circa 40 km di diametro. Tutta la costa dell'isola che guarda sulla laguna é formata da 14 km continui di spiaggia bianchissima e "superaffollata".... non c'è nessuno, credetemi (vedi foto).

L'alloggiamento é possibile nei numerosi gîtes sparsi per l'isola oppure potete campeggiare sulla spiaggia, previo permesso della tribù.

La gente non l'ho trovata molto socievole, soprattutto confronto alle altre isole della Lealtà e, anche tra di loro, non esistono molti scambi. La popolazione é divisa in 17 tribù, alle estremità dell'isola di origine wallisiana e in mezzo polinesiana. Le lingue sono diverse e secondo le testimonianze, la gente non ha il diritto di spostarsi sull'isola per fare una visita ai loro vicini; rari sono i matrimoni misti e per la maggior parte sono tutti imparentati. Eravamo stupiti nel sapere che una donna che abita a Hahawa, al centro, non aveva mai visto Mouly all'estremo sud a soli 20 km di distanza.
Per girare completamente l'isola o per immergervi al di fuori delle immersioni del diving center, è necessario fare la "coutume" presso i rispettivi capi tribù e la cosa non è semplice. Per quanto riguarda le immersioni vi rimando al link diving, comunque è l'isola dei grandi incontri, mante, squali e balene. Comunque se affittate un auto a Fayaoué o presso il gite di Mouly Le Cocotier che vi consiglio (diving a due passi), potete girare l'isola sufficientemente bene.

La tribù di Mouly e la posta. Parenti e amici hanno cercato di approfittare della nostra permanenza in questo posto di tortura. A destra Marie, venuta in visita della sua sorellina Aurélie, sotto Dany venuta a controllare che il suo fratellino (sotto a destra) non sia sottoposto a troppe torture.

 

Il benzinaio dell'isola.

 

Maré

La più a sud delle isole della Lealtà, é ricchissima di vegetazione e contornata da coste che si tuffano ripide nell'oceano, interrotte ogni tanto da spiaggette bianchissime e spesso deserte. L'isola ha solo due piccoli paesini, Tadin e La Roche, per il resto la gente vive in tribù, attualmente una ventina, dove si parla il Nengone.

Il modo più comodo per girarla é anche qui senz'altro la macchina, che potete noleggiarla dall'aereoporto. A nord vicino a La Roche valgono una visita le coste a picco e il Salto del Guerriero. I posti più belli come spiagge e colori si trovano comunque a sud, tra Tadin e Cengeite. Vi consiglio il Nengone Village (454500), la gente é molto ospitale e il mare davanti al vostro bungalow é più azzurro della piscina (non so in effetti perché l'abbiano costruita).

Camminate qualche ora e vi potete ritrovate soli per tutta la giornata in spiagge splendide senza anima viva.
Sopra Aurélie al "lavoro" sulla spiaggia a Cap Wabao. Tramonto a Padawa.