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Kinshasa e dintorni
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Il cuore dell'Africa. Abbiamo vissuto qui due anni e mezzo rimanendo intorno a Kinshasa per motivi di sicurezza. Fuori, il più grande polmone del continente senza infrastrutture e abitato da popoli che sopravvivono tra guerre , estrema povertà e mancanza di educazione..

Caldo, Aurélie, Julie e Anouk

Giugno 2015 - Ottobre 2017

Kinshasa

Terza destinazione expatriate per noi, dopo la Nuova Caledonia e il Marocco, di sicuro la più difficile. Viviamo a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo o RDC (ex Zaire ed ex Congo Belga per distinguerlo dalla Repubblica Popolare del Congo o Congo-Brazzaville, ex Congo francese) in un compound dell'azienda nel quartiere della Gombe lungo il fiume Congo. La Gombe è il quartiere dove ci sono le strade asfaltate, i semafori, le ville, le ambasciate e ovviamente il palazzo presidenziale. Subito a ridosso la "citée" dove vivono 10 milioni di persone a 200 USD/mese in baracche fatte ancora di cemento e lamiera, con fogne malconcie e strade dissestate. L'elettricità e l'acqua è disponibile in città con numerose interruzioni e la maggior parte della gente non le paga. . Oltre questa cintura c'è la campagna dove le strade sono in terra o sabbia e le case in paglia, legno e terra. Poche le strade di collegamento. L'unica strada asfaltata che esce da Kinshasa (notare che è la capitale) porta a Boma, sull'Oceano, il resto sono strade sterrate, spesso in cattive condizioni e piene di buchi dove si viaggia a 30 km/h. Il fiume Congo costituisce la colonna vertebrale del paese e l'unico collegamento per arrivare a Kisangani, la seconda città del paese. L'est del Congo (Goma e Bukavu) è raggiungibile dal Rwanda, mentre il Katanga nel sud si raggiunge dallo Zambia. In mezzo una superficie grande come l'Europa ricoperta da foresta difficilmente attraversabile. Chi vuole spostarsi prende l'aereo o dispone di moltissimo tempo. Il problema è che tutte le compagnie aeree del Congo sono sulla black list, quindi impossibile muoversi da qui se non in jeep o in battello con settimane di viaggio. Quindi ogni vacanza che abbiamo avuto ne abbiamo approfittato per visitare i paesi africani vicini.

Ecco qui la villa dove viviamo nel quartiere della Gombe e una veduta di Kinshasa dove si vede lo stacco tra la Gombe e la "cité" (www.maison-monde.com). Ogni tanto cerco di andarci correndo o in bici con qualche altro temerario. Le grida dei bambini "moundele moundele" (bianco) ti accompagnano per tutto il tempo, non passi inosservato, la differenza su come siamo, su quello che facciamo e come siamo vestiti è troppo grande. Ci si sente veramente come qualche cosa di estraneo. La differenza nel tenore di vita è immensa.

 

 

Nella Cité lo sporco e i rifiuti sono dovunque. Le fogne a cielo aperto che delimitano le strade lungo le case e le baracche sono dove la gente vende quello che ha: casalinghi, ferramenta, manioca, pollame, verdure, queste ultime radunate in mucchietti chiamati "tas"... un tas di patate, un tas di cipolle, non ci sono bilance e non tutti sanno contare.
La base della cucina congolese di Kinshasa è la manioca, sotto forma di Foufou o di Chikwanga avvolta in foglie di banane, la vendono ad ogni angolo di strada. Quindi ci sono le uova, si possono acquistare già bollite da venditori locali da mangiare col peperoncino, il pollo (squisito alla brace), i pesci del fiume affumicati (molto meno squisiti) e raramente le larve abbrustolite e i grilli (ancora meno squisiti...).

A destra venditori di pesci affumicati. Sotto dei tas di cipolle a 300 Franchi congolesi = 0,3 $ e una ciotola di grilli pronti da fare grigliati

Il fiume Congo
Il fiume Congo è l'ossatura e l'origine della vita per il paese. Kinshasa deve la sua nascita al fatto che da qui il Congo diviene navigabile fino all'interno del paese e quindi tutti i transporti verso l'interno partono da qui. In origine Kinshasa (ex Leopoldville) era collegata da una ferrovia che la collegava al porto di Matadi, costruita nel 1890. Ovviamente, come gran parte delle infrastrutture dell'epoca coloniale, è andata in disuso e oggi è collegata da una strada in pessime condizioni. Nonostante tutto la città è riuscita a svilupparsi e lo stesso è successo alla sua gemella Brazzaville, capitale dell'altro Congo, giusto sull'altra riva.
Da Kinshasa è possibile organizzare diverse uscite in barca sul fiume e vedere un altra faccia del paese. Il porto fluviale di Kinshasa è una città a parte, la gente vive in capanne e palafitte che scompaiano quando il fiume si ingrossa.

Sotto l'attività frenetica e disordinata del porto fluviale di Kinshasa e le palafitte e le piroghe utilizzate da chi lavora al porto.

 

Dintorni di Kinshasa
Il posto più vicino per una giornata rilassante fuori da Kinshasa è il Lac Ma Vallée, in direzione sud, a un'oretta da Kinshasa, in realtà a soli 25km. Qui si possono fare passeggiate intorno al lago, pesca e bicicletta. E' possibile mangiare sul posto. Dal 2017 è presente anche un parco avventura con tanto di tyrolienne. Sulla strada è possibile fermarsi per comprare frutta e verdura di stagione.

Vicino al Lac Ma Vallée, dopo le Cascate di Lukuya attraverso una pista fangosa c'è il Santuario dei Bonobo (Lola Yo Bonobo). E' un tipo di scimpanzée che si trova solamente in questa parte del Congo e in pericolo di estinzione. Qui si trovano quegli individui che sono stati salvati dal bracconaggio o venduti al mercato della carne. Una caratteristica interessante sono le relazioni sessuali dei Bonobo, che sono molto frequenti ma sono piuttosto utilizzate come modo per risolvere i conflitti e le tensioni all'interno del gruppo (make peace not war). Occorre essere preparati a tutto soprattutto se si va con bambini (masturbazione, atti orali, omosessuali...no limits !!).

Continuando in direzione di Matadi, nella regione del Bas-Congo ci sono le cascate di Zongo, un fiume emissario del Congo dove sono state installate delle capanne dove dormire, dalla più lussuosa in legno con bagno e veranda alla tenda canadese. Il posto è tranquillo e raggiungibile solo in 4x4. Durante la stagione secca è possibile fare qualche camminata nella foresta e attorno ai salti d'acqua. Durante la stagione delle piogge si assiste all'imponente cascata da qualche terrazza rocciosa ma il terreno è impraticabile. Poco lontano la spiaggia di Zongo e altre cascate dove è possibile fare il bagno e rilassarsi a guardare il tramonto sul fiume.



In direzione est a più di 100 km, quindi risalendo il fiume Congo, si puo arrivare a Bombo Lumene, una zona dove è possibile fare campeggio in tenda o in una capanna ed effettuare passeggiate nel parco e bagni nel fiume Bombo. C'è qualche ponte di liane per far divertire i bambini.

Attraverso google earth ho inoltre scoperto alcuni itinerari nella zona di Mfuti o di Maluku a pochi km da Kinshasa che ho poi fatto in mountain-bike. Alla fine della stagione secca (Giugno - Agosto) le tracce sono invase dall'erba alta e i sentieri sono sabbiosi, ma durante la stagione umida (Ottobre - Aprile) i sentieri sono molto divertenti, forse un po' fangosi ma fa parte del divertimento della mountain-bike.... Qui sotto alcune immagini dei villaggi che si attraversano. Per gli amanti della MTB ho creato una pagina con i più belli itinierari intorno a Kinshasa con foto e tracciati per gps. Cliccate QUI

 

Volevo chiudere questa pagina web con qualcosa che fa ben sperare per l'avvenire di questo paese martoriato ed estremamente povero: il Centro Pediatrico di Kimbondo, a qualche km da Kinshasa. E' stato fondato nel 1989 da Padre Hugo (medico pediatra missionario di origine cilena) e dalla Dottoressa Laura Perna (professoressa in pensione e morta nel 2015) come struttura di accoglienza per i bambini malati. Dal niente, la struttura oggi offre diversi reparti di pediatria e chirurgia ed è legata a filo diretto con l'Ospedale di Niguarda di Milano. Ma soprattutto è diventato un vero rifugio per tutti i malati di AIDS, malaria, tubercolosi, malnutrizione, malati mentali, handiccapati dando alloggio, cibo e educazione gratuita, unico in RDC. A questi malati si sono aggiunti i bambini abbandonati o orfani. In questo paese si abbandonano facilmente i bambini con la scusa che sono affetti da stregoneria. In realtà questi bambini vengono abbandonati perchè non si è in grado di crescerli, perchè sono il frutto di violenze o della prostituzione sulle giovani. Oggi i bambini che vivono qui sono più di 800. Il centro sopravvive sulle donazioni poiché lo stato, non solo non contribuisce al funzionamento del centro, ma tassa la loro attività di volontariato ! Noi li abbiamo aiutati attraverso donazioni di soldi, vestiti, giochi, medicinali ma il lavoro è ciclopico. Se avete voglia di aiutarli contattate direttamente il centro, sicuramente il 100% degli aiuti andranno al centro e non agli stipendi di grandi organizzazioni umanitarie come l'Unicef.