Una breve vacanza nei Caraibi con le nostre due piccole
nell'isola dei fiori
Caldo, Aurélie, Julie e Anouk
22 Aprile - 2 Maggio 2011
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Stiamo per trasferirci in Marocco, volevamo passare un po' di giorni
con le nostre piccole e rilassarci un po' in una bella isola facile
senza problemi di igiene, di lingua, di sicurezza...insomma
facile. La Martinica è infatti tutto questo, l'unico problema è che ci siamo resi conto che fare una vacanza con due bimbi
piccoli non è particolarmente rilassante, ma almeno ce li siamo goduti
appieno. L'isola è molto piccola e per certi versi simile alla Nuova
Caledonia dove ci siamo stati per tre anni. Sicuramente non possiamo
dire di aver conosciuto la Martinica in 10 giorni, ma l'isola non ci ha
proprio stregato. Diverso è il discorso della gente, molto accogliente e
tranquilla.
Cosa rara nelle nostre vacanze, questa volta prenotiamo due
appartamenti, uno a nord dell'isola e uno a sud per limitare gli
spostamenti. Le persone sono raccomandate da alcuni amici di famiglia e
l'accoglienza, già di per se eccellente tra i locali, non si fa mancare.
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Atterriamo con Air Caraibes a Fort de France e ci viene a
prendere Evelyne, la gentilissima padrona di casa con i suoi figli Michael e Mathis.
Con loro arriviamo nella loro villa a Le Carbet, nel nord
caraibico.
La zona è sovrastata dalla Montagne Pelée, un vulcano molto pericoloso
che nel 1902 distrusse la parte nord dell'isola e il paese di Saint
Pierre, l'allora capitale della Martinica. Da quell'eruzione rimase
un solo superstite, il resto della popolazione del paese rimase sotto
una coltre di cenere alla maniera di Pompei. Ancora oggi le case e le
chiese di Saint Pierre che sono sopravvissute all'eruzione sono di
colore nerastro come per lasciare un monito alle generazioni future.
Anche le spiagge in questa parte dell'isola sono di origine vulcanica e
quindi nere. |
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In alto con la famiglia di Evelyne: Raymond, Ghislaine, Mathis e
Michael.
Qui sopra a sx la Montagne Pelée e il paese ricostruito di Saint Pierre, a
destra la spiaggia di sabbia nera di Anse Ceron, all'estremo nord dell'isola.
Sotto scorci di Saint Pierre al tramonto |
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Gli abitanti sono molto cattolici e le chiese sempre gremite di gente
elegantissima. Il giorno di Pasqua lo passiamo in spiaggia con i nostri
amici. Mangiamo ogni loro specialità, dalla loro zuppa di pesce, al
velouté de cristophine (un legume locale) al mitico crabe farci
(granchio farcito) tipica specialità pasquale. Sul bere qui va molto
forte il rhum (chiamato feu), nella versione del T-Punch: lime, zucchero di canna,
ghiaccio e rhum, sempre disponibile ad ogni ora e veramente
piacevole....hic!. |
A sx la festa di Pasqua in spiaggia, sotto la produzione di rhum |
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A sinistra le fasi della produzione del rhum: la raccolta della
canna da zucchero (da febbraio a giugno), la spremitura della canna, la
fermentazione del succo di canna (48h), la distillazione e la
stagionatura in botti (nel caso del rhum invecchiato). Nel caso del rhum
agricolo dopo la distillazione si passa direttamente al T-Punch. Qui a sinistra i "morti" di
Pasqua di una festa in spiaggia.
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All'alba si vedono lungo le coste vicino a Saint Pierre molti pescatori
che gettano in mare le loro reti che poi vengono tirate a mano dai loro
amici. Alla fine della pesca il bottino viene spartito tra tutti e se è
abbondante una parte verrà venduto dal pescatore sul mercato. Quel
giorno le reti si sono incagliate e ai pescatori è toccato sbrogliare le
reti e lasciare in mare il pescato |
Il tempo si guasta, diversi tornado imperversano negli Stati Uniti e nel
Golfo del Messico, a noi ci toccano "solo" violenti piogge.
Volevamo fare alcune camminate all'interno dell'isola ma ora risultano
troppo scivolose e pericolose. Con i due bimbi desistiamo e cerchiamo
diversivi. Visitiamo la penisola della Caravelle ma piove a dirotto,
ci va meglio al museo della banana a Saint Marie e in giro per la
capitale di Fort de France.
La città offre veramente poco, qualche casa creola particolarmente
colorata e la biblioteca.... ma non è per questo che siamo venuti qui. |
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Ci trasferiamo a Petite Anse, nel sud dell'isola, molto più
turistico e meno verde. Troviamo fortunatamente qualche giorno di sole e
qualche bella insenatura dove far giocare le bimbe. Scopriamo che le
spiagge più belle sono tutte nel sud est intorno a Saint Anne
: Les Salines, Anse Michel, Anse Trabeau, anche se il mare non lo
abbiamo trovato mai cristallino... ma ci si accontenta.
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Qui a destra la bella Anse Noire, nel sud caraibico, mentre sotto
immagini della più bella spiaggia dell'isola, Les Salines, nel sud
atlantico. Normalmente molto affollata ma per via delle piogge per noi
era perfetta. |
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